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Dolore all’anca: ti hanno diagnosticato una FAI

Sindrome da impingement femoro acetabolare (FAI syndrome)

Il dolore all’anca è il sintomo comune di una moltitudine di patologie sottostanti che possono colpire sia giovani che anziani. Oggi ti parlerò della sindrome da impingement femoro-acetobalre o FAI (dall’inglese femoro-acetabular impingement).

Quando si parla di impingement, si fa riferimento ad un “conflitto”, ovvero un contatto anomalo tra due superfici anatomiche. Nel caso della FAI, si tratta di due superfici osse, ovvero la testa del femore (o meglio la giunzione tra testa e collo del femore) e l’acetabolo (ovvero la cavità concava che accoglie la testa del femore).

Si può parlare di FAI in presenza di:

  1. Sintomi (principalmente dolore)
  2. Segni clinici (zoppia, riduzione dei gradi di movimento)
  3. Riscontri radiografici

Se manca anche uno solo di questi punti, non possiamo parlare di FAI.

La FAI è presente nel 49% dei casi di dolore all’anca [1]. Colpisce solitamente giovani adulti (18-50) e si presenta con un dolore invalidante, scarsa qualità della vita e difficoltà nell’attività fisica e sportiva.

Esistono 3 tipologie di FAI:

  1. CAM: formazione ossea nella giunzione tra testa e collo femorale
  2. PINCER: in presenza di un acetabolo profondo o retroverso
  3. MISTA: in cui sono presenti entrambe le morfologie

La morfologia Cam è identificata nel 25% dei casi (1 su 4) in atleti asintomatici.

In non atleti sintomatici la forma CAM è presente nel 50% dei casi (1 su 2).

Negli atleti è presente nei due terzi dei casi, indipendentemente dalla presenza di sintomi [1, 2].

Se viene riscontrata una morfologia CAM in un paziente senza sintomi, non possiamo certamente parlare di FAI.

Moltissimi dei riscontri di una radiografia, come vedi, sono assolutamente normali e da soli non permettono una diagnosi di FAI.

La CAM è causata probabilmente da un disordine di movimento. Si pensa sia dovuta ad una richiesta funzionale importante in una fase della crescita in cui sono ancora attive le cartilagini di accrescimento. Carichi importanti, ripetuti, in flessione e rotazione, sembrerebbero essere all’origine di questa alterazione morfologica.

Può essere associata ad una serie di patologie dei tessuti molli intra articolari, alcuni dei quali sembrano essere una parte rilevante del problema. Stiamo parlando di lacerazione del labbro acetabolare e di difetti cartilaginei, lacerazioni legamentose e lesioni del midollo osseo. Tra queste la più rilevante sembra essere il difetto cartilagineo, visto che le altre condizioni sono presenti in maniera diversa anche nei soggetti asintomatici [3].

Fig. 1 – The Warwick Agreement on femoroacetabular impingement syndrome (FAI syndrome): an international consensus statement

Presentazione clinica

Solitamente c’è una storia di dolore relativamente lunga, ovvero 3 anni o più. Si potrebbero sentire schiocchi e blocchi, ma anche una sensazione di cedimento. Ci può essere dolore nei cambi di direzione che prevedono una rotazione dell’anca.

Un altro elemento che può aggravare la sintomatologia è stare seduti a lungo.

Sono presenti deficit di forza in tutti i piani di movimento, con particolare rilievo all’adduzione, che risente in maniera significativa.

Alcuni test funzionali ci possono aiutare a identificare un problema di FAI, comparando il lato colpito con il lato sano:

Single leg hop for distance

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Side bridge endurance

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Single-leg rise test

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Single-leg squatting

Trattamento

Le opzioni di trattamento prevedono:

  • Fisioterapia (trattamento conservativo)
  • Chirurgua

Negli ultimi anni la chirurgia si è imposta come trattamento di prima scelta nella patologia d’anca. Tuttavia l’efficacia di questa scelta terapeutica rimane tuttora incerta. Per cui il primo intervento deve sempre essere quello riabilitativo conservativo, ovvero un percorso terapeutico guidato da un Fisioterapista. Una scelta meno costosa e meno rischiosa di un intervento chirurgico, ma non certamente meno efficace.

Due recenti studi clinici randomizzati controllati (RCTs) hanno confrontato la chirurgia con il trattamento fisioterapico per la FAI [4,5]. In entrambi questi studi la differenza riscontrata a livello della qualità della vita a 12 mesi dall’intervento era così piccola da non giustificare i costi e i rischi di un intervento chirurgico.

Rinforzo muscolatura dell’anca

Una componente chiave del trattamento conservative per la FAI è il rinforzo della muscolatura dell’anca.

L’intervento deve seguire le regole base dell’allenamento per la forza, personalizzando il carico e il volume di lavoro in base al livello del soggetto. Le variabili in gioco sono il numero di ripetizioni, il numero di serie, il recupero tra le serie, il tempo sotto tensione (TUT), la  frequenza settimanale e il range di movimento.             

Rinforzo muscolatura del tronco

Una muscolatura del tronco debole, può causare riorganizzazioni posturali che possono mettere il bacino in una condizione di lavoro sfavorevole per l’anca, aumentandone le forze di contatto.

Ricordati che l’anca si trova nel bacino e la posizione del bacino è frutto dell’equilibrio tra i suoi muscoli, chiamati nel loro complesso “core”.

Il controllo del tronco diventa quindi un elemento importante da non sottovalutare nella gestione di una FAI syndrome.

Educazione

Il dolore persistente ha un andamento imprevedibile, per cui non devi spaventarti se dopo un periodo di miglioramento si verifica una “riaccensione” dei sintomi. Non significa che c’è stato un problema strutturale, che la tua anca sia danneggiata o che il percorso fatto fin ora non è servito a niente.

È del tutto normale che il dolore abbia delle oscillazioni cicliche. Ma il frutto del tuo lavoro riabilitativo, non si quantifica solo con la presenza o meno del dolore. Un articolazione più mobile, una muscolatura più forte e una migliore coordinazione muscolare sono tutti elementi indispensabili per la salute della tua anca.

Aggiungi una buona dose di attività cardiovascolare di tuo gradimento, tipo la camminata, la corsa, il nuoto, la bicicletta, il ballo, ecc… per migliorare la tua efficienza cardio-respiratoria e il tuo profilo ormonale.

Sono tutti elementi che spostano l’ago della bilancia a favore della tua salute. Non pensare solo alla tua articolazione, pensa che il dolore è il risultato di complesse interazioni tra il tuo corpo, la tua mente e l’ambiente che ti circonda.

 

REF

[1] Mascarenhas VV, Rego P, Dantas P, Morais F, McWilliams J, Collado D, et al. Imaging prevalence of femoroacetabular impingement in symptomatic patients, athletes, and asymptomatic individuals: a systematic review. Eur J Radiol 2016; 85(1):73e95

[35] Frank JM, Harris JD, Erickson BJ, Slikker 3rd W, Bush-Joseph CA, Salata MJ, et al. Prevalence of femoroacetabular impingement imaging findings in asymptomatic volunteers: a systematic review. Arthrosc J Arthrosc Relat SurgeOff Publ Arthrosc Assoc North Am Int Arthrosc Assoc 2015;31(6):1199e204.

[3] Heerey JJ, Kemp JL, Mosler AB, Jones DM, Pizzari T, Souza RB, et al. What is the prevalence of imaging-defined intraarticular hip pathologies in people with and without pain? A systematic review and meta-analysis. Br J Sports Med 2018; 52(9):581e93.

[4] Griffin DR, Dickenson EJ, Wall PDH, Achana F, Donovan JL, Griffin J, et al. Hip arthroscopy versus best conservative care for the treatment of femoroacetabular impingement syndrome (UK FASHIoN): a multicentre randomised controlled trial. Lancet 2018;391(10136):2225e35.

[5] Diamond LE, Dobson FL, Bennell KL, Wrigley TV, Hodges PW, Hinman RS. Physical impairments and activity limitations in people with femoroacetabular impingement: a systematic review. Br J Sports Med 2015;49(4):230e42.