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Questione di traumi

HAI PRESO UNA BRUTTA BOTTA? MEGLIO IL GHIACCIO O LA BORSA D’ACQUA CALDA?

Leggi questo articolo per conoscere gli approcci scientifici alla gestione di contusioni, distorsioni articolari e stiramenti muscolari.

Imparerai che non sempre i rimedi della nonna sono la scelta migliore.

La gestione dei traumi ha sempre avuto un approccio da campo, ovvero empirico e poco supportato dalla ricerca scientifica.

Le scelte terapeutiche di pronto intervento sono solitamente legate alla tradizione o a convinzioni superate, ma nonostante ciò, la ricerca scientifica ha proposto nel tempo diversi approcci basati sull’evidenza.

Cosa faresti se un tuo amico o un tuo parente cade e prende una brutta botta al ginocchio?

Sono sicuro che cercheresti del ghiaccio! Il freddo come elemento di primo soccorso può essere utile in particolari circostanze, ma non è certo la soluzione per tutti i mali.

Occorre capire cosa succede durante l’applicazione di ghiaccio così da  poter scegliere se e quando utilizzarlo.

ICE

Il ghiaccio ha una doppia funzione:

  • Vasocostrizione
  • Anestesia locale

La vasocostrizione consiste nella riduzione del lume dei vasi sanguigni, in modo da limitare l’afflusso di sangue al tessuto lesionato e contenere l’edema, ovvero il gonfiore che si genera in seguito al danno tissutale.

Ma vi siete mai chiesti perché un tessuto lesionato si gonfia?

Il gonfiore (edema) è uno dei segni dell’infiammazione acuta, ovvero il principale meccanismo di riparazione del tessuto lesionato. Gli altri elementi dell’infiammazione sono il rossore, il calore e ovviamente il dolore.

Tutti e quattro questi meccanismi servono a potenziare la guarigione del tessuto, fornendo più sangue e quindi più sostanze nutritive.

Il dolore, invece, ha una funzione protettiva, che ci impedisce di esporti a nuovi traumi tramite la limitazione funzionale. Se fa male, non usi quella parte del corpo e di conseguenza aumenti le possibilità di guarigione.

Il ghiaccio, quindi, non fa che ostacolare due dei principali meccanismi dell’infiammazione acuta, rallentando, perciò, i processi riparativi.

Ma allora il ghiaccio non va mai utilizzato?

Tutto dipende dall’entità del danno. Se vi è un trauma importante, la risposta infiammatoria può essere molto violenta, per cui il ghiaccio diventa un ottimo alleato per CONTENERE dolore e gonfiore.

Quando il DOLORE risulta eccessivo, fare un impacco di ghiaccio può dare un momentaneo sollievo.

Cosa ben diversa dall’usare il ghiaccio ogni qual volta un bambino cade, batte la testa e piange.

Se hai capito il meccanismo d’azione del ghiaccio sarai in grado di decidere in quali circostanze usarlo e in quali no.

PEACE&LOVE

Sfruttando il gioco di parole (pace e amore), gli scienziati hanno coniato questo acronimo che racchiude le più attuali raccomandazioni sul management dei traumi, sia nella fase acuta (PEACE) sia nella fase sub-acuta (LOVE).

FASE ACUTA

Nella fase acuta, ovvero immediatamente dopo il trauma e per il primo giorno, ecco le lettere da tenere a mente:

P: sta per protection

Ridurre il carico e minimizzare il movimento per ridurre il rischio di aggravare il danno tissutale.

E: sta per elevate

Alzare l’arto oltre il livello del cuore per favorire il deflusso dei liquidi interstiziali e limitare il gonfiore

A: sta per avoid anti-inflammatory modalities

Evitate l’uso di farmaci anti-infiammatori per lo stesso motivo per cui occorre evitare il ghiaccio, ovvero non ostacolare l’infiammazione acuta che è il principale meccanismo di riparazione tissutale.

C: sta per compression

L’utilizzo di un bendaggio può essere utile per contenere edemi importanti e migliorare la qualità della vita.

E: sta per educate

Educare significa fornire gli strumenti per comprendere che l’infiammazione è un evento positivo e necessario per la guarigione. È inoltre fondamentale favorire un approccio attivo, sconsigliando qualsivoglia modalità di trattamento passiva, tipo manipolazioni o elettroterapie.

FASE SUB-ACUTA

La fase sub-acuta comincia il giorno dopo il trauma. Ecco a cosa dovrai prestare attenzione:

L: sta per Load

Occorre fornire il giusto carico quanto prima possibile. Fatti GUIDARE dal dolore per riconoscere le attività che è possibile fare e continua a farle! Se quando ti muovi il dolore è sopportabile, non temere di caricare. Svilupperai una migliore tolleranza e favorirai il rimodellamento tissutale.

O: sta per optimism

Come abbiamo già spiegato in altri articoli e video, il tuo cervello gioca il ruolo di protagonista nei meccanismi del dolore. Ansia, depressione e paura del movimento possono rappresentare ostacoli importanti al pieno recupero funzionale. La tua aspettativa di guarigione di porterà dritto alla meta!

 

V: sta per vascularization

Una blanda e precoce attività cardiovascolare (una passeggiata, per esempio) non potrà che migliorare l’apporto di sangue ai tessuti, ma sarà anche un ottimo modo per stimolare la tua motivazione.

E: sta per exercise

Come abbiamo già avuto modo di spiegare in altri articoli e altri video, l’esercizio terapeutico è il miglior intervento per il recupero della forza, della mobilità e del controllo articolare necessari al pieno recupero e alla prevenzione delle recidive.

In questa fase l’intervento di un buon Fisioterapista può fare la differenza nei tempi di recupero e guidarti in maniera sicura ed efficace ad una totale ripresa delle tue attività preferite.